Dal finestrino quel viso mi guarda sconsolato: "davvero non l'avevi capito? Non ti accorgevi di me? eppure sono rimasto così a lungo.." sembra dirmi.
Perdonami.
Credevo che il mio treno fosse un altro: speravo che l'ardente pazienza avrebbe fatto scendere il passeggero che sarebbe diventato il compagno di viaggio di tutta la vita; ma quel passeggero non è mai sceso , preferendo restare tra le cose note.
La sua cuccetta, le sue valige sempre pronte, le sue riviste e i suoi libri..in parte lo capisco: perchè scendere quando lì c'è tutta la sicurezza, la certezza di cui ha bisogno?
Ma, testarda, sulla banchina continuavo ad aspettare, incapace di volgere la mia attenzione, il mio sguardo e il mio cuore altrove..e dire che bastavano pochi metri: eri così vicino. Eri nel treno sul binario a fianco.
Hai visto le mie lacrime, sentito i miei sospiri, ascoltato le mie confessioni..aspettando, come e più di me. Aspettando me.
E io non ti vedevo.. fino a quando il capostazione ha annunciato la tua partenza: hai chiamato il mio nome e mi hai lanciato un bacio e un sorriso triste.
L'ho capito troppo tardi..e ora, il tuo treno si fa sempre più distante, si perde lontano, fino a sparire.
..
..
....
........
................................. Ora che lo so....... ti ritroverò, ti raggiungerò, e se lo vorrai, viaggeremo insieme. ..
Vado a fare il biglietto.
Nessun commento:
Posta un commento