lunedì 8 marzo 2010

Frammento da "Vere Presenze"(G.Steiner)

Nel momento in cui incontriamo l'atto del poeta[..] nel momento in cui esso penetra i recinti spaziali e temporali, mentali e fisici del nostro essere, esso ci invita perentoriamente a cambiare.[..] in un senso assolutamente fondamentale e pragmatico la poesia, la statua, la sonata non vengono tanto lette, guardate e sentite quanto vissute.
L'incontro con la creazione estetica [..] è il richiamo più ingressivo, più trasformatore nell'esperienza dell'uomo.
Di nuovo, l'immagine emblematica è quella di un'annunciazione,di una terribile bellezza o gravità che penetra con violenza nella casa del nostro essere timoroso.
Se abbiamo percepito correttamente l'aleggiare e la provocazione di questa visitazione, non è più possibile abitare quella casa esattamente come prima.
Un'intrusione prepotente ha spostato la luce"
(George Steiner "Vere presenze" ed.Garzanti,1992)

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