lunedì 16 febbraio 2009

Poetic exercise

"l'assenza è una stanza vuota":
finchè non decido di farti entrare, un po' alla volta, a passi leggeri.
non aprire troppo in fretta la persiana: potremmo restare accecati da tanta luce.
ricordi? ci si deve abituare
..impariamo a guardarci nella penombra..

con le dita ti vedo tracciare strani segni sulla scrivania impolverata:
da quanto tempo non passo di qui?
cosa sono quei buffi arabeschi? .. il tuo nome?
e poi il mio.
e un piccolo segno che dici essere :"l'infinito", sorridendo davanti al mio palese disappunto.

(troppo estranei per capirci, troppo simili per non farlo:
viviamo in questo affascinante paradosso.)

non avere fretta di capirecosa siamo.
non cercare sempre "la categoria giusta".
solo così sarai la costante presenza tra queste quattro pareti.

giovedì 12 febbraio 2009

Cambiamenti


il cambiamento: un momento che arriva prima o poi per tutti e che ci tocca in maniera diversa e speciale. c'è chi lo teme e chi lo cerca, chi lo posticipa il più possibile e chi lo vive con serenità; ma il più delle volte il cambiamento anticipa il dolore e -più spesso- è accompagnato da questo sentimento.una separazione, una perdita, una crisi sono vissuti e percepiti in maniera "non felice" : e ci modificano, ci rendono qualcosa di diverso da ciò che eravamo prima. col senno di poi diremo: "migliori" o "arricchiti" , con quel qualcosa in più che ci fa muovere passi avanti sul nostro cammino personale- spirituale (...).il cambiamento spesso comporta un distacco o un allontamento da qualcosa che -volens noles- dobbiamo lasciarci alle spalle per andare avanti..verso dove? verso qualcosa di incerto, di ignoto. quell'ignoto che viene visto con diffidenza ( il proverbio "chi lascia la via vecchia per la via nuova sa quel che lascia, non sa quel che trova" rende molto bene questo sentimento) , quell'ignoto di cui molti hanno paura(..).e per affrontare l'ignoto-cambiamento indossiamo una corazza, un'armatura più o meno solida, intessuta di coraggio e forza. Ci protegge dalla tempesta esterna e allo stesso tempo ci porta a guardarci dentro..ma, ad un certo punto ,l'armatura va smessa: altriimenti -come Narciso- finiremo ipnotizzati dalla nostra immagine riflessa nello specchio d'acqua del fatato stagno, che ci chiede: "dove sei?"